Le difficoltà nelle abilità logico-matematiche nei bambini dislessici: adattamento di un sussidiario nella parte matematica Nel nostro paese le difficoltà nell’acquisizione delle abilità di calcolo coinvolgono circa il 25% degli alunni della scuola primaria. Di questi solo 2 su mille presentano un disturbo specifico dell’apprendimento nelle abilità di calcolo, la discalculia, mentre si ha un 2,5% che presenta difficoltà nelle abilità logico-matematiche in comorbidità con altri DSA e in particolare con la dislessia. Nei bambini dislessici sono intatti i processi neurobiologici alla base dei processi semantici di comprensione della quantità numerica e delle procedure di calcolo, mentre si possono incontrare disturbi nella lettura e scrittura del numero. L’intelligenza numerica è una competenza strutturale molto potente ed è un meccanismo cognitivo innato presente in tutti i bambini eccetto che nei discalculici puri; tale meccanismo risulta integro anche nei bambini dislessici. Anche le abilità di soluzione dei problemi matematici (problem solving) non costituiscono un disturbo specifico dell’apprendimento ma possono non essere adeguatamente potenziate dai processi di apprendimento. Da ciò la necessità di rendere fruibile un testo scolastico al bambino dislessico, che potrà comunque essere utile anche all’alunno con difficoltà di altro tipo, dove:

  • 1) sia facilitata la comprensione del testo
  • 2) ci sia una reiterazione maggiore di alcuni concetti fondamentali
  • 3) siano riformulati i problemi senza semplificare la consegna ma facendo ricorso a una quantità minore di simboli e a una successione ordinata e chiara delle richieste.

Il testo adattato nella parte matematica quindi mira, oltre a render più accessibili le conoscenze, a potenziare le competenze non strettamente correlate al disturbo primario riducendo le difficoltà di lettura e aumentando l’interpretabilità di regole e procedure. In questo modo si riduce il gap prestazionale rispetto al gruppo classe rendendo gli alunni dislessici meno isolati e oppositivi rispetto a questa materia aumentandone la componente motivazionale, in modo da consolidare l’autostima e diminuire l’ansia nell’affrontare questa disciplina.

SIMONE CAVARI

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