Due studentesse raccontano l’esperienza stimolante vissuta in Parlamento
Napolitano con i parenti delle vittime. Don Ciotti: un male la politica debole
In occasione del trentesimo anniversario dell'uccisione dell'Onorevole Pio La Torre e del compagno di partito Rosario Di Salvo, noi ragazzi di 4°CA e 4°CB del Liceo Isabella d'Este, ci siamo recati in visita di istruzione a Roma per partecipare alla manifestazione commemorativa prevista per il giorno 12 aprile.L'evento è stato organizzato dalla Presidenza della Camera dei Deputati, dalla Fondazione Camera di Deputati, dalla Commissione Parlamentare Antimafia e dal Centro Studi Pio La Torre di Palermo, che da anni si adopera per fornire a noi giovani gli strumenti culturali per comprendere e riconoscere il fenomeno della mafia attraverso il Progetto Educativo Antimafia.
Accompagnati dalle nostre insegnanti, visibilmente emozionati ma anche preparati a vivere un evento importante, siamo entrati nel palazzo di Montecitorio, dove, nella Sala della Lupa, erano presenti numerose autorità. Noi, insieme a molti altri gruppi di studenti provenienti da varie zone d'Italia abbiamo assistito alla manifestazione dall'attigua sala della Regina attraverso un collegamento diretto.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha aperto la cerimonia annunciando la realizzazione di un archivio digitale in memoriadi Pio La Torre e invitando il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano a compiere un gesto simbolico ma molto significativo: la consegna delle medaglie d'oro al merito civile ai familiari delle vittime.
Si è aperto quindi il convegno. Tra i vari relatori presenti, l'Onorevole Fausto Bertinotti, Presidente della Fondazione Camera dei Deputati, ha ricordato l'importanza della legge Rognoni-La Torre, con cui l'associazione mafiosa è stata per la prima volta riconosciuta reato.
La Torre è stato uno dei primi uomini politici ad impegnarsi per tutta una vita nel diffondere l'idea che, in quegli anni, la mafia stava diventando una grande questione nazionale e, con la sua proposta di legge, introdusse la confisca dei beni riconducibili ad attività illecite, per restituire opportunità di lavoro e dignità ai giovani altrimenti esclusi.
Molto significativo è stato anche l'intervento di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, nomi e numeri contro le mafie. Egli ha sostenuto l'importanza di una società civile e responsabile, perché senza responsabilità non ci può essere democrazia. «La mafia è forte perché la politica è debole» sono state le sue parole. É necessario quindi eliminare le zone di contiguità tra politica e criminalità organizzata.
La mafia oggi è più civile, mimetizzata nell'economia legale di una società rassegnata e sfiduciata. «No a una società dell'io e a un'etica analfabeta! Sì a una società del noi! Forza amici, la speranza si chiama opportunità, la speranza si chiama educazione e cultura, la speranza si chiama lavoro! »
Con queste parole don Ciotti ha lasciato in ognuno di noi un segno indelebile.
Al termine della conferenza l'Onorevole Fini ha dato la possibilità a noi studenti di intraprendere un interessante dibattito con lui, nel quale ha sottolineato più volte l'importanza del lavoro per noi giovani, che rappresentiamo il futuro di questo Paese.
Noi ragazzi, soddisfatti di questa occasione offertaci, ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito ad arricchire la nostra formazione e, con Roma nel cuore, ricorderemo per sempre questa esperienza.
Francesca Cavicchioli
Marina Zanini
della classe 4CA