Eventi A.S. 2011/2012

Learning Week a San felice del Benaco

Indice articoli

Dal 5 al 10 settembre 2011 si è svolta l'attività di "Learning Week”. Tale attività è consistita nello svolgimento di due percorsi volti a potenziare l’autostima e, di riflesso, a migliorare il rendimento e l’integrazione, entrambi articolati in una serie di esperienze di gruppo:

  • soluzione di problemi con riflessione sulle proprie strategie di apprendimento, manipolazione ed espressione teatrale nella Learning “Visione d’Insieme”.
  • soluzione di problemi con riflessione sulle proprie strategie di apprendimento ed espressione teatrale ed emotiva nella Learning “Nella mia scuola nessuno è straniero”

Il progetto “Learning Week” 2011, finanziato dalla Regione Lombardia, ha coinvolto gli alunni del triennio di varie scuole di Mantova, tra cui il Liceo delle Scienze Umane “I. d’Este, ideatore dell'iniziativa lo scorso anno scolastico, l’ITAS “A. Mantegna”, il Liceo Artistico “G.Romano” e l’IPSIA “L. da Vinci”.

Si riportano di seguito resoconti e/o testimonianze di alcuni alunni che hanno partecipato a questa esperianza.

 

"Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.” Marguerite Yourcenar

Questa settimana ha rappresentato per me una sorta di rivincita, una sorta di rinascita. Non me ne accorgevo e intanto il germe del cambiamento entrava in me, ovunque e cresceva.’

La settimana di Learning Week si è svolta nel piccolo, ma accogliente paesino San Felice del Benaco in provincia di Brescia. Abbiamo alloggiato presso la “Casa di accoglienza il Carmine” nelle cui aule al piano terra si tenevano i nostri corsi.

L'esperienza si è divisa principalmente in due differenti corsi di approfondimento.

Un gruppo lavorava alla Learning week “Visione d’Insieme” accompagnati dalle due carismatiche insegnanti Edy e Federica. Il gruppo si è concentrato sulla disabilità oggettiva di alcuni ragazzi e sulla diversità insita in ognuno di noi. Al suo interno erano presenti ragazzi delle nostre scuole portatori di diverse disabilità e handicap. L’obiettivo era lavorare a un fine comune facendo interagire ragazzi normodotati con i ragazzi diversamente abili.

L’altra Learning week alla quale ho personalmente partecipato si  intitolava “Nella mia scuola nessuno è straniero” dedicata al tema dell’integrazione culturale.

I nostri preparati e coinvolgenti insegnanti erano Marco Casazza e il Dott. Daniele Morselli. Marco, attore teatrale e regista, ci ha portato nel suo favoloso mondo, il mondo della scena, della recitazione: il mondo del teatro. Attraverso esercizi di meditazione e di concentrazione abbiamo riscoperto piano piano noi stessi e il rapporto con l’altro. Respirazione, immedesimazione e collaborazione sono state le parole chiave di queste intense , ma piacevolissime lezioni. La voce calda e tranquilla di Marco ci guidava e ci accompagnava durante gli esercizi. Grazie ai suoi insegnamenti ci ha fatto acquisire sicurezza in noi stessi e ci ha permesso di rivalutare le nostre qualità. E’ stato interessante metterci alla prova, ricordare episodi della nostra infanzia o particolari sogni e farne partecipe tutto il gruppo. Inizialmente è stato difficile, soprattutto per i più timidi e per i più riservati. Questo tipo di esercizi ha infatti richiesto grande forza e coraggio. Marco per convincerci ci ha chiesto molto serenamente di affidarsi completamente a lui, ai suoi insegnamenti e di fidarsi della sua esperienza. Oggi , a pochi giorni dalla fine della Learning Week credo sia stato il migliore dei consigli ricevuti. Abbiamo quindi fatto esperienza di teatro sociale finalizzato alla nostra conoscenza e a migliorare il rapporto con i compagni.

L’altro nostro insegnante si chiama Daniele Morselli, psicologo dottorando all’università Ca’ Foscari di Venezia. Daniele, con cui abbiamo instaurato fin da subito un ottimo rapporto di fiducia e collaborazione, ci ha proposto un programma basato sul metodo Feuerstein, un interessante approccio meta-cognitivo. Originariamente applicato al recupero di persone con problemi cognitivi legati alla detenzione nei campi di concentramento, è stato poi utilizzato per migliorare le prestazioni scolastiche dei bambini che stentavano ad ambientarsi nel contesto dello Stato di Israele, provenienti da zone più arretrate. Successivamente lo si è applicato in ambiti formativi opposti: dal recupero dei soggetti portatori di grave ritardo mentale alla formazione aziendale. In entrambi i casi, al centro dell’attenzione è l'individuo, nella sua caratteristica capacità di modificarsi, avvantaggiandosi delle opportunità di apprendimento offerte dall'ambiente. Questo metodo, che prende il nome dall’importante psicologo che lo ha elaborato, è recentemente stato candidato al premio Nobel. Psicologo e pedagogista Reuven Feuerstein, nato a Botosan (Romania) nel 1921, docente di psicologia dell'educazione all'Università di Bar Ilan di Tel Aviv e presso il George Peabody College della Vanderbilt University di Nashville in Tennessee, è lo psicologo ebreo che ha elaborato il suddetto metodo. Egli ha sempre lavorato e vissuto in Israele, basava il metodo sul semplice concetto che ognuno di noi, se stimolato, può aumentare e migliorare la propria intelligenza. Ha lavorato con i bambini sul metodo di apprendimento cercando di riportare loro l’infanzia rubata, ridandogli un minimo di quella serenità che durante i duri anni della guerra mondiale era completamente sfumata. Con Daniele abbiamo lavorato su molteplici documenti tratti da volumi originali, anche redatti in lingua inglese, in cui lo studioso proponeva il suo metodo e così siamo stati tutti introdotti ad una materia specialistica coma la psicologia in modo semplice e coinvolgente.

Attraverso lavori di gruppo abbiamo ricostruito vignette con le lo scopo di formare una storia. Questo è stato un esercizio che abbiamo svolto durante tutta la settimana e l’obiettivo era quello di ricercare una morale, un insegnamento nella “favola” ricostruita. E’ stato avvincente scoprire e condividere le diverse interpretazioni che ognuno di noi dava. Differenti interpretazioni dovute anche dalla diversità dei componenti della classe.

Il gruppo “Nella mia scuola nessuno è straniero” infatti, era formato per metà da ragazzi italiani e per metà da ragazzi stranieri, provenienti dai posti più diversi. Ognuno di noi aveva una storia personale e differente alle spalle, una cultura, tradizioni e valori propri. Vedevamo situazioni ed insegnamenti diversi nelle medesime vignette e questo inizialmente ci ha stupito molto. Si tende infatti a ritenere il proprio punto di vista l’unico corretto senza riflettere sul fatto che le altre persone possono pensarla diversamente da te. Abbiamo imparato che la diversità non deve per forza essere giudicata sbagliata, promuovendo così solamente le nostre idee.

Coinvolgenti e appassionati dibattiti mediati dall'insegnante, in perfetto stile Feuerstein, sono scaturiti da queste riflessioni. La settimana, in compagnia di splendide persone tra cui i nostri professori di scuola che ci hanno accompagnato e si sono messi a loro volta in gioco, i nostri insegnanti Marco e Daniele ed ancora i nostri compagni è passata molto velocemente.

Questa esperienza ci ha colpito in pieno petto, dritta al cuore e difficilmente riusciremo a ripeterla ed a ricreare l’atmosfera magica che si era instaurata. Voglio quindi esprimere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che impegnandosi e credendo a questo progetto ci hanno permesso di vivere questa meravigliosa esperienza.

Un ultimo ringraziamento va alla Dirigente Maria Rosa Cremonesi che ci ha affiancato durante tutta la settimana e ha sostenuto positivamente il progetto.

Alice Lovato 5CA - Liceo delle scienze umane "Isabella d'Este"

 

Questo sito utilizza cookie per rendere più agevole la navigazione e garantire la fruizione dei servizi. Se vuoi saperne di più fai clic sul pulsante "Ulteriori informazioni"
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.