Alle ore 13:00 siamo partiti in direzione Malpensa, l’intero viaggio è stato allietato da numerose e interessantissime “pillole” offerte dal dottor Martino De Togni. Arrivati al “Terminal 2” di Malpensa, dopo un pranzetto pomeridiano, siamo volati verso Lisbona assieme alle nostre “grandissime e pesantissime” valigie.
Una volta atterrati, ci siamo diretti con gran velocità verso l’hotel “Eduardo VII”, dimenticando così un portafoglio.
Sistemate le valigie e ispezionato per bene l’hotel ( il quale ha passato l’ispezione), di corsa siamo andati tutti al 10° piano per la cena, dove è stato servito per quattro sere cibo, circa, italiano.
La mattina seguente, partita con grande ritardo e con grande reazione isterica del prof De Togni, abbiamo visitato il monastero “San Girolamo”, caratterizzato da un’architettura in stile “manuelino”, il Chiostro del monastero, il museo di archeologia e il museo delle carrozze. Il pomeriggio è stato caratterizzato dalla vista del “Monumento delle scoperte”, del ponte “25 Aprile” , della “Torre di Belém” e di un tentativo di andare in spiaggia per fare un bagnetto nell’oceano,dopo aver convinto i professori , il cielo si è rivoltato , facendoci fare così un giretto alternativo al centro commerciale.
La serata, poi, si è movimentata con la ricerca del famoso bar “Bora Bora”; grazie all’aiuto di un sofisticatissimo smartphone e grazie anche all’assillante frase “ci siamo quasi, mancano solo 400 piedi” …siamo giunti davanti ad una serranda chiusa ed oltretutto dismessa, abbiamo deciso di consolarci con sangria e birra ( per i maggiorenni) e semplice limonata ( per i minorenni). Si concluse , quindi in allegria il primo giorno.
Il secondo giorno, a differenza del primo, siamo partiti con puntualità. Preso il famoso tram giallo n°28, siamo arrivati al castello di “San Giorgio” dove abbiamo dedicato molto tempo a scatti artistici. Una volta visitato, ci siamo diretti verso l’ “Alfama” , il quartiere più anticamente abitato della città vecchia, sopravvissuto al terremoto, di cui ne fanno parte le tipiche case con influenze arabe. Affamati ci siamo diretti verso la cattedrale, è seguito il pranzo dove alcuni di noi hanno potuto assaggiare piatti tipici come il “Porco con le vongole”.
Al pomeriggio ci siamo spostati verso il centro: percorrendo la via principale e ammirando numerosi negozi, abbiamo raggiunto la piazza del commercio, vista Tago. Sulla strada di ritorno siamo entrati nel museo “design e moda”, seguito poi dall’ascensore “l’Elevador de Santa Justa”, il quale collega la parte bassa con la parte alta di Lisbona. Siamo saliti quindi nella zona alta e lì abbiamo visto ciò che resta del terribile terremoto accaduto nel 1755, in particolare ciò che rimane della chiesa del “Carmo”. Abbiamo fatto un ultimo salto alla chiesa barocca di “Sao Roque”. Ed anche il secondo giorno finì con la stessa allegra serata.
Ed ecco arrivato anche il terzo giorno, iniziato in bellezza grazie al nostro arrivo nella stazione d’Oriente realizzata dal grandissimo architetto Calatrava. Siamo quindi giunti nel quartiere dove nel ’98 si svolse l’expo. Immediatamente davanti alla stazione si può notare il più grande centro commerciale di Lisbona, “Vasco de Gama”, il quale offre molte opportunità per fare shopping (che noi abbiamo saputo sfruttare bene). Sulla strada per raggiungere l’Oceanario abbiamo avuto il piacere di vedere il famoso “lenzuolo” creato da Siza in occasione, appunto, dell’expo.
Tutti entusiasti abbiamo conosciuto i grandi abitanti dell’oceano ,e non solo. Abbiamo terminato la visita all’Oceanario con l’acquisto di regalini/ricordini/pesciolini. Dopo qualche ora di libertà, il viaggio di ritorno all’hotel e la sistemazione delle valigie ci siamo diretti verso l’aeroporto (con molta tristezza). Dopo attente perquisizioni ai “gate” è iniziato il nostro viaggio di ritorno.
L’intero viaggio turistico è stato reso possibile grazie all’acquisto della “lisbocard” la quale ci ha permesso di viaggiare in metropolitana e non solo…
Un ringraziamento particolare ai prof, che hanno sopportato le nostre lamentele , la nostra confusione e soprattutto il nostro voler seguire strade ignote indicateci da “stupidi” smartphone.
Redatto da Monica Coghi e Marta Riccò