Il giorno 15/04/15 noi (classe 3AZ) e la classe 5AZ, accompagnati dai professori A. Caleffi, E. Vilardo e D. Giordano ci siamo recati alla cava di marmo Botticino di proprietà della società Lombardi srl. Arrivati alla cava è arrivato il sig. Davide Lombardi, figlio della proprietaria il quale ci ha illustrato le varie qualità di marmo presenti in deposito e queste sono di 3 tipi: fiorito, classico (composto dal 98% di calcio) e semi-classico, ma esistono inoltre delle subfamiglie: durissimo, mandorlato e venato. Il sig Lombardi ci ha inoltre spiegato che il marmo che forma le montagne, si presenta sotto forma di bancate e queste si dividono l'una dall'altra grazie a degli strati di terra o argilla, infatti l'altezza dei blocchi che si ricavano, è generalmente di 1,30 metri ma in alcuni casi è maggiore o inferiore. Finita la visita nel deposito siamo entrati nella vera cava dove il capo-cava ci ha spiegato le varie tecniche di lavorazione. In questo luogo gli strati sono a franappoggio con una pendenza del 20%-25%. In questa cava, gli esplosivi si usano solo quando il materiale presenta delle impurità, mentre nelle cave date in concessione, le esplosioni sono molto frequenti. Nella cava di Lombardi, come esplosivo si usa solo la miccia detonante, infatti quando bisogna staccare blocchi con essa, si eseguono diversi fori da mina sullo stesso asse e poi la miccia viene innescata con un detonatore. Molto utilizzato è il filo diamantato con acqua ma anche a secco. L'unico difetto di questo è che ha una durata inferiore. Per distaccare i blocchi dalle bancate, una volta eseguito il taglio, si utilizzano i cuscini ad acqua che hanno una forza molto intensa. Quando i blocchi di marmo sono buoni, si tagliano con la segatrice a catena e quando sono venati, si tagliano contro vena e hanno un peso variabile da 25 a 30 tonnellate. In cava non si hanno scarti perché i blocchi che presentano delle impurità vengono tritati per ottenere pietrisco, ghiaia, inerti e colla, le macchine presenti erano: una pala gommata, due escavatori, due sonde per la perforazione , filo diamantato e altri utensili. Finita la visita nella cava, siamo andati al museo, dove la guida ci ha spiegato che fino alla metà degli anni cinquanta, non era presente la corrente, quindi tutto veniva eseguito a mano ed era presente molta mano d'opera in più. Nella metà degli anni cinquanta, sono migliorate le tecniche di lavorazione, sono arrivate in cava le prime macchine operatrici e primi camion, quindi la mano d'opera è diminuita notevolmente. La visita è stata veramente interessante, perchè sono riuscito a capire come avviene la vera estrazione del marmo. I lavoratori della ditta Lombardi sono stati veramente cordiali e gentili perchè ci hanno spiegato in modo chiaro tutte le tecniche di lavorazione.
Nicolò Lodini 3AZ.